Diocesi di Belluno – Feltre
Don Gabriele Bernardi

Il teatro della vita

Capita di pensare che spesso recitiamo la vita. In realtà, siamo sempre in una recita, perché, più o meno consciamente, recitiamo la nostra parte, che può essere buona o meno buona, giusta o ingiusta. Non si tratta di evitare la recita, bensì di scegliere quella parte che davvero ci corrisponde.

Signore,
vogliamo ascoltare la tua parola, vogliamo servire te. Perché la tua parola è parola di vita, di vita eterna e tu sei il nostro Dio e noi siamo tuoi. Non vogliamo servire altri dèi, perché tu sei il Dio dei nostri padri, il Dio di Gesù, che cammina con noi, che è fedele, misericordioso e onnipotente. Tu sei il Dio che crea, che libera e che salva. Lontano da te non c’è vita, non c’è libertà, non c’è salvezza. Dove andrò lontano da te?

Vita e teatro

Un giorno quand’ero ancora giovane, una persona mi disse: “Lei fa bene a dire quello che pensa, perché diversamente va a finire che poi penserà quello che dice.” Mi pare di capire che quello che conta è dentro di noi, e dobbiamo coltivarlo con tutte le nostre forze. Quando andiamo a teatro corriamo il pericolo di credere che la realtà sia quella rappresentata nel palco e che fuori dalla realtà siamo noi. Non è così! La realtà siamo noi, che siamo la vita, e non la finzione e nemmeno la rappresentazione. Se il teatro, come tutte le celebrazioni, le manifestazioni, gli eventi, ci parla di noi e ci aiuta a conoscere noi stessi, il “teatro” occupa il suo posto e assolve la sua vocazione, quella dello specchio che ci permette di vedere noi stessi, diversamente, se ci porta a dimenticare noi stessi, diventa fonte di alienazione e di sterilità. È bene stare in guardia davanti al palcoscenico. C’è il pericolo che invece di cantare lui la vita ci riduciamo noi a cantare il palcoscenico.

Bontà

La bontà si manifesta in mille modi, con mille segni. Uno sguardo, un sorriso, un silenzio, una lacrima, un abbraccio, un bacio, una carezza, una stretta di mano, una parola, un ascolto, una condivisione, un dolore, una disponibilità, un aiuto, una debolezza manifestata, un sentimento, una sorpresa, un invito, una visita, un’attenzione, una comprensione, un dono, una verità detta o taciuta, una presenza, un saluto, si manifesta nella pazienza, nell’accoglienza, nel perdono, nell’amicizia, nell’amore, nella stima, nella preghiera. La bontà: tanti “sì” detti, e tanti “no” taciuti.

Don Gabriele dalle parrocchie di Longarone, Igne, Ospitale e Fortogna, 2018.