La morte accade, s’impone, colpisce, ruba, taglia, separa, scioglie, libera… Qual è il verbo giusto per descrivere l’azione della morte? Certo, è inevitabile averci a che fare, eppure non si parla mai della morte in sé, del significato che ha per noi, del suo segreto, perfino del valore che essa custodisce per la nostra vita. In questo mese, tradizionalmente dedicato ai morti, ospitiamo ancora una profonda meditazione di don Gabriele che riflette proprio su questo ultimo misterioso aspetto.
Incontrare Gesù
Dove
Quando
Come
Perché
Con chi
Lo cerco
Mi cerca
Mi chiama.
Signore, la mia preghiera è tanto povera. A volte penso di dover moltiplicare le parole, e non so che dire, altre volte vorrei lasciarmi guidare dai sentimenti, riempire di emozioni. Vorrei sentire la tua presenza, la tua voce, vedere il tuo volto. Vorrei venire, Signore. Vorrei vederti venire. Il tuo silenzio mi è drammatico e la tua parola mi mette turbamento, il turbamento della mediocrità del mio sì. Il mio silenzio mi è tanto faticoso, e la mia parola difficile. Stare alla tua presenza non ho tanta pazienza e perseveranza. Donarti la mia mi mette in una situazione di nudità che mi fa sentire perduto. Vieni!
Neanche davanti alla morte
Davanti alla morte ci si inchina, ci si riempie e ci si avvolge di silenzio. Chi ha un po’ di cuore vive un sentimento, chi ha un po’ di umanità porta un fiore, il fiore del dolore, chi ha un po’ di speranza accende una candela, chi ha un po’ di fede lascia spazio alla preghiera. Dio nella morte si rende presente, per riprendersi ciò che gli appartiene, perché nulla vada perduto. La morte è il grido più forte, il grido del silenzio, è la preghiera più grande, la preghiera della debolezza infinita, è il dono che si realizza nella pienezza della trasparenza, sia in chi lo offre che in chi lo riceve. La morte lascia tutto lo spazio a Dio. Nella morte la debolezza dell’uomo e la debolezza di Dio, il silenzio dell’uomo e il silenzio di Dio si incontrano. Per questo diventa il luogo della risurrezione, dell’incontro. La morte la più grande possibilità di comunione. La morte è l’ultima grande parola della vita. Con il suo silenzio la morte ci mette in sintonia profonda con la vita, con noi stessi, con gli altri, con Dio. La morte chiede rispetto, sguardo ascolto, amore. Al cuore la morte parla di amore, al credente parla di risurrezione, parla di Dio, alla mente parla di verità, di mistero, di umiltà. Lei, la morte, parla solo agli umili, si lascia comprendere dai piccoli, e amare dai poveri. I potenti, i padroni, i superbi la disprezzano perché lei non si lascia dominare, corrompere, ingannare, comprare da nessuno. Solo la vita può vincere la morte, ma solo quella vita che appartiene a Dio. Dio è Signore anche della morte perché è il Signore della vita. La vita di Dio nella risurrezione ci rende vincitori sulla morte. Di più: la morte ci purifica da tutto ciò che ci tiene lontani da Dio. Per questo Gesù è morto ed è risorto. La morte parla ai vivi e parla dei vivi, parla di Dio.
don Gabriele
Parrocchie di Colle S.Lucia, Selva di Cadore e Santa Fosca-Pescul, 2019