Diocesi di Belluno – Feltre

Vivere non è occupare spazio

Non interessa che il pianista sia basso: ciò che conta è che sia grande l’esecuzione. Pensiamo ad un san Francesco d’Assisi, uno scricciolo d’uomo, ma bruciato di «serafico ardore». Idropico, segnato dalle stigmate, ha dettato, in piena cecità, alla fine dei suoi giorni, il «Cantico delle creature». Pensiamo a quel piccolo immenso uomo d’amore che fu Gandhi. Schubert era chiamato dagli amici «Schwammerl» (funghetto), eppure Beethoven diceva di lui: «Ha in sé una scintilla divina». Andersen era brutto come l’anatroccolo della favola. Don Orione era un pigmeo con un’anima da gigante. Padre Leopoldo Mandic, il santo confessore canonizzato da Giovanni Paolo II nell’ottobre 1983, arrivava appena a 135 centimetri. Vivere non è occupare spazio! (Pino Pellegrino).

Quanta gente, in questa nostra cultura efficientista, si crede “grande” o importante per il volume dei suoi muscoli, per la bellezza del suo viso, per l’eleganza del suo vestito o per la cilindrata della sua macchina, ecc. ecc. Se fosse vero tutto questo si potrebbe nominare un elefante professore universitario di veterinaria. La vera grandezza di una persona non sta nel volume del suo corpo o nello spessore del suo portafoglio o nel prezzo della vettura o nel prestigio del suo titolo nobiliare o professionale, ma nella bontà del suo cuore, nella saggezza dei suoi pensieri, nella qualità dei suoi valori, nell’onestà della sua vita, nella santità della sua anima. I personaggi sopra citati sono le vere “medaglie d’oro” delle olimpiadi di Dio.