A ben pensarci la vita è davvero questione di stile. Ognuno però, quando interpreta bene la sua parte, elabora uno stile unico, che non potrebbe essere confuso con quello di nessun altro. Tuttavia, per non essere ambigui, dovremmo dire che lo stile di ognuno non è scontato: si può parlare di stile grezzo, inaffidabile, disonesto, sporco, arrogante, ipocrita? Il nostro stile sarebbe chiamato a essere unico, ma, come lascia intendere don Gabriele, la verità dello stile la illumina o la umilia il nostro modo di interpretarlo.
Signore,
tu sei il mio pastore, il pastore di questa umanità, dell’umanità di tutti i tempi. L’umanità occupa la tua mente e il tuo cuore. È evidente che nel tuo cuore e nella tua mente non c’è spazio per niente altro che per l’uomo, per il quale desideri la vita. Se voglio mettermi accanto a te, come chiunque voglia mettersi accanto a te, non posso che condividere questo tuo progetto per l’uomo, progetto di luce, di nutrimento, quindi di dono e di insegnamento. Ci chiedi di riposarci con te per renderci capaci di compassione e di comunione.
Style
Si può cadere nel “manierismo”, che è fatto di vuota superficialità. Ma la buona educazione è il più quotidiano, il più semplice e il più vero riconoscimento degli altri. Sono importanti i contenuti, ma in verità in qualche modo non ti appartengono. Lo stile invece è tutto tuo, ti qualifica, esprime la tua interiorità, la tua unicità. Il tuo stile esprime i lineamenti del tuo essere. Elenchiamo alcuni aggettivi che aggettivi non sono, quando vengono applicati alle persone, ma che sono degli autentici volti, e come tutti i volti mostrano la persona, parlano del cuore. Buono, cattivo, grezzo, gentile, educato, rispettoso, elegante, trasandato, disordinato, ordinato, preciso, pressapochista, creativo, spento, fedele, inaffidabile, onesto, puntuale, sporco, trasparente, vero, superficiale, cretino, serio, mite, arrogante, ipocrita, egoista, generoso, coerente… Potremmo continuare all’infinito con la convinzione che per ognuno di noi c’è un aggettivo che ci fotografa, che ci descrive. Tutti possono dire le cose che noi diciamo, fare le cose che noi facciamo, ma il modo di dirle e di farle quelle stesse cose è unico per ciascuno di noi. Non per caso si dice che Dio ci ha fatto “unici”, e si dice ancora che la nostra voce è unica. Non ne esiste un’altra di uguale. La verità è unica ma la illumina o la umilia il nostro stile. Forse è il nostro stile che ci rende simpatici o antipatici, amabili o non amabili.
Bontà
La bontà non è il frutto di un’emozione (anche), ma uno dei momenti di libertà più grandi che l’uomo possa esprimere. Per questo la bontà porta con sé emozioni che innalzano fino al cielo. Anche la cattiveria, come la bontà, è frutto della libertà, ma mentre la bontà dona la vita, la canta, la esalta, la cattiveria la umilia, la ruba, la nega. La libertà che si decide per la bontà rende liberi, contrariamente alla libertà che si decide per la cattiveria che rende schiavi. Liberi per essere buoni, buoni per essere liberi.
Don Gabriele.
Parrocchie di Longarone, Fortogna, Igne ed Ospitale di Cadore, 2018