Ho sognato che ho camminato sulla sabbia accompagnato dal Signore, e sullo schermo della notte erano proiettati tutti i giorni della mia vita. Ho guardato indietro e ho visto che ad ogni giorno della mia vita, proiettati nel film, apparivano orme sulla sabbia: una mia e una del Signore. Così sono andato avanti, finché tutti i miei giorni si esaurirono. Allora mi fermai guardando indietro, notando che in certi posti c’era solo un’orma. Questi posti coincidevano con i giorni più difficili della mia vita, i giorni di maggior angustia, di maggior paura, di maggior dolore. Ho domandato allora: «Signore Tu avevi detto che saresti stato con me tutti i giorni della mia vita, e io ho accettato di vivere con te, ma perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti peggiori della mia vita?. E il Signore rispose: Figlio mio, io ti amo e ti dissi che sarei stato con te durante tutta la camminata e che non ti avrei lasciato solo neppure un attimo e non ti ho lasciato… i giorni in cui tu hai visto un’orma sola sulla sabbia, sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio» (Kahlil Gibran).
Un bellissimo sogno che rispecchia perfettamente la realtà della vita di ognuno, fatta giorni lieti e luminosi e di altri oscuri e tristi. In quelli tristi e bui sembra che il Signore sia assente; in realtà sono i giorni in cui ci associa alla sua passione e morte per farli diventare “salvifici” per noi e per gli altri, come lo sono stati quelli della sua passione e morte: “salvifici” per tutta l’umanità.