Oggi è Pasqua, anche se noi non siamo anime pasquali: il sepolcro si spalanca ugualmente e l’alleluia della vita esulta perfino nell’aria e nei campi; ma chi sulle strade dell’uomo, questa mattina, sa camminargli accanto e, lungo il cammino, risollevargli il cuore?
Una cristianità che si incanta dietro memorie e che ripete, senza spasimo, gesti e parole divine, e a cui l’alleluia è soltanto un rito e non la trasfigurante irradiazione della fede e della gioia nella vita che vince il male e la morte dell’uomo, come può comunicare i “segni” della Pasqua? (Primo Mazzolari).
Questo è il vero problema: noi cristiani, credenti nella Pasqua, siamo veramente persone pasquali che sanno irradiare attorno a loro, in questo mondo così immerso nelle foschie del non senso, del dubbio, della paura, del pessimismo, della mancanza di speranza, la bellezza e il fulgore della nostra fede pasquale, che è certezza di vita, di felicità, di futuro immortale, fondata sulla persona e la parola del risorto, vivente in eterno? O siamo anche noi più contagiati dallo spirito del mondo che non dall’alleluia pasquale. È proprio il caso di dire anche noi: “Signore, io credo, ma aumenta la mia fede!”.