Accettare le diversità e saperle comporre nella comunione è un’altra cosa indispensabile. La diversità è voluta da Dio. La diversità è una ricchezza, purché non diventi contrasto. L’immagine più bella mi pare che l’abbia trovata Ignazio di Antiochia quando ha detto che siamo come una cetra, che ha parecchie corde, e ogni corda suona la sua nota, ma ogni corda è armonizzata con l’altra. Se avessimo nella Chiesa un po’ più di capacità di comporre queste differenze nella fraternità! Si tratta di diversità a livello personale, non delle diversità sulle verità di fede; è chiaro che lì ci deve essere la perfetta comunione (Magrassi).
Ignazio di Antiochia ha usato l’immagine della cetra per esprimere la “diversità nelle differenze”. Bellissima immagine per dire che solo nell’armonia delle differenze si può godere la sinfonia della diversità. Noi umani siamo differenti nella fisionomia, nel colore della pelle, nella varietà dei carismi personali ecc., ma siamo uguali nella natura umana, nella dignità della persona, nella vocazione allo stesso destino eterno.
Io uso un’altra immagine che esprime altrettanto bene lo stesso concetto. Noi siamo come tesserine di uno stesso mosaico. Cosa sarebbe se tutte le tesserine fossero eguali, non certo un bel mosaico, ma solo il rivestimento di un bagno o di un corridoio della stazione. Il Creatore invece, nella sua infinita fantasia, ci ha creati tutti differenti per fare, nella diversità, un mosaico di umanità infinitamente più splendido di tutti i mosaici della basilica di S. Marco di Venezia. Rispettiamo e armonizziamo le differenze delle persone e delle razze per godere la sinfonia dell’unica umanità, nostra unica specie. È il sogno di Dio e la felicità dell’uomo.