L’intervento agli Stati generali della natalità: bene l’assegno unico perché se riparte la famiglia, tutto riparte. Il pensiero alle donne che sul lavoro «devono nascondere la pancia. Non loro, ma la società si vergogni». «Grazie a ciascuno di voi e a quanti credono nella vita umana e nell’avvenire. E senza natalità non c’è futuro». È un ringraziamento accorato quello con cui Papa Francesco ha concluso il suo intervento in apertura dei lavori degli Stati generali della natalità, Francesco ha ribadito che il «tema urgente della natalità» è «basilare per invertire la tendenza e rimettere in moto l’Italia». E pensando in particolare «alle donne che sul lavoro vengono scoraggiate ad avere figli o devono nascondere la pancia. Com’è possibile che una donna debba provare vergogna per il dono più bello che la vita può offrire? Non la donna, ma la società deve vergognarsi» (Gianni Cardinale).
A conferma di quanto papa Francesco ha detto nel suo intervento al convegno degli Stati generali della natalità, riporto di Gian Carlo Blangiardo, demografo e presidente dell’Istatù: 404mila il totale dei nati nel complesso del Paese, meno della metà degli 893mila che mediamente hanno segnato gli anni della nostra storia. Sono 6,8 per 1.000 i nati nel 2020 a fronte del 20,1 nati per ogni 1.000 abitanti negli ultimi anni del secolo scorso. 746.146 la quota di diminuzione delle nascite in Italia nel 2020 rispetto al 2019. Si tratta di quasi 16mila nuovi nati in meno in un anno. Tutto questo conferma quanto ho scritto su questo sito in un mio messaggio precedente: “L’Italia ha innestato la retromarcia!”.