Un affermato giocoliere delle fiere paesane, diventato frate, ha l’impressione di essere il più misero di tutti nel convento. Il padre priore – egli dice a se stesso – scrive dotti discorsi sulla Madonna; tra gli altri frati, chi trascrive i discorsi su belle pergamene, chi dipinge le miniature in oro e azzurro; chi compone versi in onore di Maria, chi scolpisce statue, ed io? Io niente, io non so far niente. Ma quando, pur di offrire qualcosa alla Madonna nella sua cappella, il povero, il disprezzato, si mette ad eseguire i suoi umili salti e giochi di prestigio, a chi appare la Madonna? Non al priore, non ai frati artisti, ma a lui. È verso di lui, povero giocoliere, stanco, sudato, stramazzato per terra, che Essa scende dal suo trono e si degna, col suo manto azzurro, confortarlo e asciugargli il sudore del volto.
Fiaba, ma simbolo di realtà viva: proprio perché poveri, la Madonna ci aiuta “adesso e nell’ora della nostra morte” (Papa Albino Luciani).
Nella solennità dell’Immacolata non ho trovato di meglio, per il mio messaggio quotidiano, questo brano preso dal libricino “100 pensieri” di Albino Luciani sacerdote, vescovo, papa e ora anche Beato. La figura così ben descritta del “giocoliere della Madonna” ci accompagni non solo oggi, ma sempre nella nostra “povera” vita cristiana.