“Pensate a un cerchio tracciato per terra. Il cerchio è il mondo e il centro è Dio. I raggi sono le vie degli uomini: quanto più essi avanzano, tanto più si avvicinano a Dio e più si avvicinano anche tra di loro. E viceversa”.
Forse aveva proprio tracciato nella polvere del deserto un cerchio coi raggi l’antico monaco Doroteo di Gaza a cui dobbiamo questa suggestiva parabola “geometrica”. L’idea è semplicissima: quanto più gli uomini si avvicinano a Dio, tanto più diventano solidali tra loro, e quanto più si stringono nell’amore tra loro, tanto più scoprono Dio vicino. Certo, c’è anche il rischio di procedere sui raggi al contrario, ossia verso l’esterno, e allora si spezza l’incontro con Dio e delle persone tra loro. L’autentica fede è principio di unità non di divisione e, per dirla con San Giovanni, chi ama il prossimo ama anche Dio e viceversa (Gianfranco Ravasi).
Come è bella e soprattutto vera questa parabola del cerchio e dei raggi. Più gli uomini si avvicinano a Dio che è Amore, più il suo amore (Spirito Santo) li spinge a unirsi tra di loro. Una prova della verità di questa affermazione la possiamo trovare da un fenomeno sociale attualissimo ed è questo: più si svuotano le chiese e più si riempiono le prigioni. Qualche giorno fa il mio messaggio quotidiano pubblicato su questo sito era intitolato così: “Dio è morto (Nietzsche) è morto anche il prossimo”.