C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni (Luca 8, 1-3).
Maria di Màgdala, Giovanna, Susanna: ecco il seguito femminile di Gesù, alcune tra le donne, citate dai vangeli, che hanno assistito il Signore con i loro beni. Sappiamo bene come Gesù infranga decisamente gli schemi culturali del suo tempo, che relegavano la donna alla sola procreazione, considerandola ritualmente inferiore. Ma in questo brano il Signore ci sorprende oltre misura: chi erano, anzi, chi erano state queste donne citate dall’evangelista Luca? Donne malate, povere creature asservite al demonio, e persino la moglie di Cusa, amministratore delle proprietà di Erode Antipa, “quella volpe”, come l’apostrofa Gesù. Ecco: queste donne, campionario di una fragile umanità, Gesù le ha accolte, capite e amate ridando loro dignità e fiducia. Più “femminista” ante litteram di così non c’era mai stato nessuno prima di Lui. Anzi Gesù ha esaltato la dignità della donna fino a farla diventare, in Maria, madre di Dio e madre di tutti gli uomini. E ancor di più ha voluto che la prima creatura umana glorificata in anima e corpo fosse proprio una donna.