Diocesi di Belluno – Feltre

Ferialità e anonimato

Liberaci dalla ricerca dell’eccezionale: facci capire che il santo è povero di orpelli e anche di ori: passa per strada e nessuno lo conosce. Fa’ che amiamo la povertà di questo anonimato, che amiamo anche noi passare inosservati, scomparire all’angolo della strada e che nessuno ci guardi dietro. Dacci di amare i giorni feriali, in cui non c’è dolce sulla tavola, vestito di festa, né l’omelia della domenica, ma il pasto normale, tuta da lavoro, la messa “liscia” e non succede nient’altro che vita: questo accadere immenso, comprensivo di tutto, che è il precipitare, nel tempo, del tuo vivere eterno (Adriana Zarri).

Ho intitolato così il brano di Adriana Zarri – teologa, giornalista, scrittrice – perché mette in risalto ed esalta la “ferialità e l’anonimato” che è esattamente il contrario dell’eccezionalità e della autoreferenzialità, direbbe papa Francesco. Gesù ha esaltato queste due virtù avendole vissute radicalmente per ben 30 anni sui 33 della sua vita. Venendo in mezzo a noi, Lui il figlio di Dio e creatore dell’universo, ha scelto di vivere radicalmente la ferialità e l’anonimato di Nazareth, il villaggio più sconosciuto e disprezzato della Palestina. Chi rifiuta di vivere questi due stili di vita si condanna a vivere male almeno sei giorni della settimana e a non capire che tutto il tempo dove, “non succede nient’altro che vita” è “il precipitare, nel tempo, del suo vivere eterno”: bellissima immagine della quotidianità.