L’estate è il trionfo della luce e del colore. Le albicocche scoppiano di sole. I papaveri fioriscono con occhi allegri e spensierati. L’alba è infuocata. Il sole spunta, fiammante, dal mare. È la luce che ha risvegliato tutto: le piccole frecce di vita palpitante che sono le lucertole, i gioiellini volanti che sono le coccinelle. La luce ha svegliato il merlo con le ciliegie, la marmotta con l’erba, il grano con le lucciole, le api con i fiori delle gaggie. Luce e vita: ecco le grandi protagoniste dell’estate. Persino il mare, di sera, pare recitare il rosario con l’onda dolce che batte e ribatte la spiaggia. No, non è possibile far finta di niente. Guardati attorno, riempiti di bello, fa provvista di vastità. Com’è possibile un’estate nel grigiore? (Pino Pellegrino).
Da pochi giorni siamo entrati nella stagione dell’estate che, giustamente, il brano riportato definisce “trionfo della luce e del calore”. E allora, all’inizio di questo tempo credo torni utile riflettere, alla luce delle parole sopraccitate, sul modo migliore di vivere e trascorrere questi giorni di “luce e di vita”. “Non è possibile un’estate nel grigiore”. Le vacanze, i giorni di ferie, le escursioni in montagna, le passeggiate al fresco dei boschi, il riposo al mare devono essere “riempite di bello, aperte alla “vastità”. Anche Gesù, al termine di un giorno faticoso, disse agli apostoli: “Ritiriamoci in un posto solitario e riposiamoci un po’“ (Matteo 14). “Le meraviglie non mancano”, cerchiamo che non manchi la “meraviglia”.