Forse non abbiamo mai riflettuto sulla relazione che c’è fra quello che siamo e quello che attendiamo. Ancora una volta le parole di don Gabriele, oltre a essere originali e intriganti, risultano pure spiazzanti, perché, mentre le si legge, ci si trova come di fronte a uno specchio, che ci dice chi siamo realmente. Viene da dire: “Ma come, come fa a saperlo?”. In realtà, è l’Avvento che opera questa sorprendente rivelazione, e lo fa nel suo semplice essere “tempo d’attesa”.
Questa volta, però, abbiamo scelto di pubblicare solo metà dell’articolo integrale, così che, se qualcuno vuole leggerlo per intero, può facilmente trovarlo nel suo prezioso libro.
Non attendi niente? Sei un morto! Devi ancora accorgerti che la vita è più grande di te, è più bella di quanto tu la possa immaginare, è un dono che qualcuno ti può e ti vuole offrire, ad essa appartieni per goderne i suoi misteri di verità, di novità, di amore, di gratuità. Tu non vedi il “Dono”!
Attendi delle cose? Attendi ricchezza, potere, successo, piacere? Sei vuoto, superficiale, banale! Non hai ancora capito che la verità è dentro di te, hai banalizzato la tua umanità. Ti sei reso incapace di essere un dono. Tu non vuoi il “Dono”.
Attendi un incontro? Incominci a riconoscere nell’altro un dono, intuisci che la vita non sei tu, capisci che partecipare all’essere dell’altro è arricchirsi. Sei un uomo di fiducia. Cerchi il “Dono”!
Attendi una crescita tua personale, un progresso attorno a te? Ti stai percependo non-compiuto, non-padrone, non-solitario. Sei vivo, riconosci la tua e l’altrui libertà, ti riconosci situato, inserito in una storia. Sei un uomo di speranza. Intravvedi il “Dono”!
Attendi un’amicizia, un amore? Ti stai sperimentando prezioso, bisognoso della conferma dell’altro. Se poi attendi di poter amare qualcuno, non soltanto ti senti dono ma pure l’altro diventa un dono. La vita così, nel suo essere dono, è da te capita e accolta. Chi ti incontrerà si sentirà da te amato. Tu partecipi il “Dono”!
don Gabriele
Parrocchia di Arabba, 1985