- Signore, è relativamente facile riconoscerti Re dell’universo. Tu sei il Signore, il Creatore, il Salvatore, il Padrone di ogni cosa, il Signore della vita e della morte. Tutto era, è e sarà nelle tue mani. Il difficile, Signore, è riconoscerti mio Signore, mio Re, sulla croce, riconoscere la tua regalità sotto la corona di spine, quando mi dici che sei re, e che per questo sei nato, con le mani legate, davanti a Pilato che sta per mandarti alla flagellazione, che sta per firmare la tua condanna. La sola cosa che mi consola, che consola la mia fede, è la tua parola sulla croce: “oggi con me sarai nel paradiso”.
- Signore, desidero che tu sia il mio re, il Signore della mia vita. Non ho altra grandezza, se non il mio appartenerti. Solo l’appartenenza a te è la mia speranza, la mia salvezza. Tu sei il re perché sei la vita, perché mi vuoi bene, perché sei potente, fedele e misericordioso. Solo di te mi posso fidare, E sarò beato se imparerò a fidarmi di te. Tu sei la verità, e la tua verità mi rende libero. Aiutami ad essere sempre dove abita la verità, e allora diventerò veramente libero, capace di cantarti e di volare.
Nella ricorrenza della solennità di Cristo Re penso di fare cosa gradita a tutti gli estimatori di don Gabriele presentare queste sue due preghiere scritte nella omonima solennità del 2015 quando era ancora arciprete di Longarone. Rispecchiano perfettamente anzitutto la sua familiarità che aveva nel parlare con il suo Signore e ancor di più la sua profondissima fede nella Persona e nella Parola di Gesù che lo faceva sentire “veramente libero e capace di cantarti e di volare”. Leggero come una colomba, la colomba dello Spirito Santo.