Diocesi di Belluno – Feltre

Come parlar di Dio ai ragazzi

Come parlar di Dio ai nostri ragazzi distratti, ai nostri ragazzi tele-fissati che vedono immagini in continuazione, che non vedono che cose, sempre più cose? Troviamo la risposta in questa riflessione di due simpatici scrittori. Come far bere un asino che non ha sete? Con le bastonate? Ma l’asino è più testardo delle bastonate. E questo antico metodo è considerato troppo autoritario dagli educatori d’oggi. Fargli mangiare del sale? Peggio ancora! E poi è un sistema assimilabile alle torture psichiatriche. Come, dunque, far bere quest’asino rispettando la sua libertà? C’è una sola risposta: trovare un altro asino che abbia sete e che berrà a lungo con voluttà, a fianco del suo simile. Un giorno, forse, il suo compagno, tentato, si chiederà se non farebbe bene a tuffare anche lui il muso nel secchio d’acqua fresca. Uomini assetati di Dio, più efficaci di tante asinate raccontate su di lui (J. Loew – J. Faizant).

Parlar di Dio ai nostri ragazzi “tele-fissati”, ma non solo ai ragazzi e forse ancor di più agli adulti, oggi è veramente un grosso problema, aggravato poi anche dalla pandemia del Covid che ha imposto un lockdown quasi totale agli incontri di catechismo e di partecipazione alla Messa, con il rischio di far crescere una generazione intera orfana di Dio e di ogni pratica religiosa. La soluzione più efficace del problema sarebbe proprio quella proposta dai due “simpatici scrittori”. Non tanto, o soltanto, lezioni di catechismo, ma esemplarità di testimoni cristiani credibili. “Le parole volano, gli esempi trascinano” dice il proverbio. E i testimoni più credibili dovrebbero essere i genitori. Se in famiglia manca la loro testimonianza di fede e di pratica cristiana, il bisogno di educazione religiosa dei figli rimarrà una “sete non appagata”, con tutto quel che ne consegue per la loro vita futura.