Sono vent’anni almeno che l’immaginario della nostra società si struttura attorno alla violenza, al denaro, al cinismo, alla brutalità; sono vent’anni almeno che gli insegnanti si trovano ad affrontare ragazzi ipernutriti da un cibo avariato che avvelena la mente, eccita a dismisura i desideri, accelera i tempi fino alla frenesia, cancella ogni pazienza ed esalta sempre e comunque una trasgressione senza scopi. E poi non possiamo dimenticare il mare di lacrime e di sangue prodotto dalla disgregazione della famiglia, dai sentimenti calpestati, dai figli contesi, da padri e madri che non hanno tempo di occuparsi di loro, lasciati soli davanti alla musica malandrina di sirene che puntano solo a spolparli (Marco Lodoli).
In questi ultimi anni si è fatto un gran parlare del fenomeno “bullismo”. Fenomeno che giustamente preoccupa tanta gente e che è ritenuto da tutti un fenomeno assolutamente negativo. Tutti lo detestano incolpando soprattutto i ragazzi e i giovani e magari anche le loro famiglie. In realtà, sia le famiglie come i ragazzi, più che colpevoli sono vittime di tutta quella cultura dissennata e di costumi galeotti che sono quelle sirene malandrine che li deviano in strade sbagliate. Conta poco denunciare il fenomeno del bullismo se non si combattono le vere radici che lo coltivano.