Diocesi di Belluno – Feltre

Degrado del pensare, degrado del parlare

Ci scandalizziamo facilmente a motivo dell’inquinamento, della mancanza di amore per gli animali, per i tanti tipi di violenza che incontriamo nella quotidianità, dell’arroganza diventata abitudine, della diffusa mancanza di rispetto. Nello stesso tempo accettiamo ormai come normale un linguaggio grezzo, volgare, disancorato dalla verità e privo di logica e di buon senso. Accettiamo un linguaggio violento, da maleducati, dei discorsi pronunziati “a vanvera”. Anche nelle relazioni familiari ormai sembra consuetudine un linguaggio, che tempi addietro si assegnava alle caserme. Gesù ci dice: “il vostro parlare sia, “sì, sì”, “no, no”, il di più viene dal maligno”. Quanta nostalgia di stile, di eleganza, di verità, di nobiltà, di signorilità (Don Gabriele Bernardi).

Di fronte a certe trasmissioni televisive, al linguaggio di certe canzoni, a certi comizi elettorali, a certa tifoseria sportiva, a certe pubblicità di mercato e a certi spettacoli teatrali, oltre che a certe mode del vestire, del pettinarsi maschili e femminili, del presentarsi in pubblico scamiciati e scravattati, vien proprio da dire con don Gabriele: “quanta nostalgia di stile, di eleganza, di verità, di nobiltà, di signorilità”. Tutto questo è frutto di un inquinamento culturale, morale, educativo e, di conseguenza, operativo che fa impallidire l’inquinamento dell’ecosistema terracqueo. Vien da pensare che il degrado ambientale non sia altro che la conseguenza del degrado umano che è diventato quasi consuetudine normale. Ci sarebbe da ripetere spesso una delle invocazione delle litanie dei santi suona così: “A peste, fame et bello libera nos Domine”, dalla peste, dalla fame e dalla guerra liberaci o Signore.