L’occasione del 60° della catastrofe del Vajont ci invita a riflettere sul significato di quell’immane tragedia in modo nuovo: che significato ha oggi per noi, soprattutto per le giovani generazioni, quell’evento che ha segnato così profondamente la vita del nostro paese, dei nostri genitori, dei nostri nonni? Ma per coloro che sono venuti ad abitare qui in seguito a quei fatti, ormai sempre più lontani nel tempo, il legame con quella storia è ancora più labile. Si tratta allora semplicemente di lasciare che, un po’ alla volta, le cose e i volti siano coperti dal velo della dimenticanza? O si tratta invece di capire che, oggi, quella storia chiede di essere letta, meditata, assunta in modo nuovo? Un modo che, necessariamente, non può più essere quella dei superstiti della prima ora?

In questa linea, vorremmo ospitare qui, sul nostro sito, un dibattito aperto su questo argomento, per stimolare una riflessione “viva”, che non si adegui passivamente alle scadenze del calendario, ma che sappia cogliere la sfida di questa importante ricorrenza come stimolo a ripensare l’eredità che riceviamo dal passato drammatico di questa nostra terra e di questo amato paese.

don Rinaldo