50 anni in una foto

Pubblicato giorno 28 dicembre 2021 - In home page, Parrocchia di FORTOGNA, Senza categoria

Don Giacomo a FortognaPubblichiamo l’omelia di don Giacomo Mazzorana in occasione del suo 50° di sacerdozio, ma anche del 70° di vita della parrocchia di Fortogna, nonché dell’anniversario dell’edificazione della chiesa nel 1861. Nell’omelia egli, da par suo, commenta questa fotografia evocandone i personaggi e rianimandone la figura.

Sono grato a don Augusto per l’invito che mi ha rivolto a celebrare questa santa Messa. Sono venuto volentieri soprattutto per dire la mia riconoscenza al Signore, ma poi anche a quelle persone, e sono tante, delle quali egli si è servito per aiutarmi a diventare prete.
Oggi è la festa della Sacra Famiglia, quella che Dio ha voluto accompagnasse i primi anni della vita di Gesù diventando un modello, con la sua unità e amore, per le comunità familiari di ogni tempo.
Anch’io inizio ricordando con riconoscenza la mia famiglia, la quale ha sempre rispettato la mia scelta di diventare prete. Si può dire che sono un figlio della guerra, nato nel 1947, dopo che mio papà era tornato dalla prigionia ad Auschwitz. Proprio in una recente celebrazione del 9 ottobre una signora di Soverzene mi ha mostrato una cartolina, spedita da quel campo di concentramento e inviata alla sua famiglia, nella quale vi era anche la firma di mio papà. La nostra è stata una famiglia normale. Vorrei raccontare un episodio simpatico del viaggio di nozze dei miei genitori a Venezia. Mia mamma non perdeva occasione per individuare chiese. Ad un certo punto le pare di averne scoperta una di veramente bella e dice “Entriamo a dire una preghiera”. E mio padre le dice in dialetto: “Varda che no l’è ‘na cesa, ma la banca cattolica!”. Sono molto grato anche ai miei fratelli Silvano e Mario nonché a tutti i miei parenti.
La mia riconoscenza va poi alla mia seconda famiglia, e cioè alla parrocchia di Fortogna, che oggi festeggia un anniversario ben più importante del mio con i suoi settant’anni di vita oltre a un’altra ricorrenza, quella della edificazione della chiesa. Sono andato a rileggermi il discorso che don Mario aveva fatto in occasione della mia prima Messa affermando che in occasione dell’inizio della parrocchia aveva chiesto al Signore, come segno della sua fecondità, la grazia che in essa nascesse un prete. È stato esaudito ancora di più aveva chiesto. Nel 1999 è stato infatti ordinato sacerdote don Giuseppe Bratti oltre a un altro religioso francescano, Padre Claudio Bratti, di Faè. Ho sentito don Mario stamattina e vi porta i suoi saluti.
L’altro giorno ho guardato delle fotografie scattate cinquant’anni fa. Ho ritrovato con commozione tanti volti di persone, alcune delle quali ormai purtroppo defunte: don Vittorio Fregona, che entusiasmava i ragazzi con i suoi concorsi a punti per farli partecipare alle funzioni e che premiava con splendidi viaggi, tra i quali memorabile è stato quello a Roma, che ci ha permesso di assistere alla ordinazione episcopale di mons. Albino Luciani, poi diventato papa. Devo dire subito che non ero io il primo in quei concorsi, ma mi superava sempre Quarto. Provate a domandargli se non è vero. In una foto della mia ordinazione vi sono anche i cari e indimenticabili don Giuseppe Capraro, don Costante Pampanin, parroco di Igne, con il suo proverbiale sigaro. E ci sono le benemerite suore domenicane della Beata Imelda; e pure Annetta e Rosina e Giselda, Ada e molte altre persone che sono state da apripista a tante altre che poi, sacrestane in testa, si sono dedicate con passione in tutti questi anni alla parrocchia. Non posso dimenticare don Emilio Zanetti, già mio appassionato insegnante di Sacra Scrittura in Seminario, don Francesco Santomaso, che ha celebrato il cinquantesimo della Parrocchia pubblicando anche un opuscolo e i parroci di Longarone che si sono presi cura, senza mai trascurarla, della parrocchia di Fortogna, da don Gabriele Bernardi, al quale va il merito di aver fatto veramente splendida e da tutti ammirata questa chiesa del Segusini, a don Augusto. Il giorno della mia ordinazione ho chiesto a don Mario Carlin di predicare. Egli, pur con gli inevitabili acciacchi di salute, ha una mente ancora lucidissima e si avvia a compiere il prossimo 8 marzo cento anni. Quando sono stato ordinato prete mia mamma mi ha fatto un’unica raccomandazione: “Fa’ le prediche corte!”. Concludo allora con un grazie e due auspici. Il grazie va al coro che con le sue note sta aiutandoci a pregare e a tutti gli organizzatori della giornata di oggi. Mi è stato anche riferito che vi è, dopo la messa, un rinfresco.
Conservo ancora, ed eventualmente per chi desidera posso farla vedere, la foto del rinfresco di cinquanta anni fa: in prima fila, in alto al centro, c’è Valerio, attorniato da tutta la meglio gioventù maschile di Fortogna degli anni settanta: da Gigino, Quarto, Marcello, Ugo, ecc. La seconda fila è tutta femminile con la Suora e Annetta attorniate da 12 belle giovani. In terza fila ci sono ragazzine più vispe mentre in prima fila, seduti per terra, altri otto ragazzi. Il primo auspicio è lo stesso che settanta anni fa aveva fatto don Mario Carlin: se il Signore chiama ancora qualche nostro ragazzo, la sua famiglia e la nostra comunità ne sarebbero ancora grandemente onorate! Preghiamo per questo, ma anche per la vitalità della nostra bella parrocchia, la quale ha ancora la fortuna, ormai rara, di avere con don Fabio, oggi impegnato in altre comunità, un sacerdote residente e con don Augusto un bravo parroco. Il secondo auspicio riguarda la possibilità di restaurare l’interno della cappella della Madonnetta che ha una pregevole immagine, da restaurare, della Madonna Madre di Dio attorniata da santi, che sono ancora ricoperti. L’affresco, secondo il prof. Flavio Vizzuti, è di Simon da Cusighe e risale al 1400. Sarebbe proprio bello se tutti insieme riuscissimo a valorizzare questo gioiello. Il Signore e la Madonna benedicano tutti.