Una signora, un giorno fece trovare ai suoi uomini, marito e figli, la tavola ben preparata e infiorata, ma con un pugnetto di fieno su ogni piatto. “Cosa? Fieno ci dai oggi?” le dissero. “Oh no, rispose, vi porto subito il pranzo. Ma lasciate che vi dica una cosa: da anni vi faccio la cucina, una volta il risotto, un’altra il brodo, ora l’arrosto, ora l’umido, ecc. Mai che diciate: “Ci piace, sei stata brava!”. Dite per piacere una parola, non sono di sasso! Non si può lavorare senza un riconoscimento, un incoraggiamento, per il solo re di Prussica! (Papa Albino Luciani).
Fantasiosa quella signora nell’insegnare ai “suoi uomini” il dovere della riconoscenza e il valore di un complimento. Ma ancora più fantasioso il motivo suggerito dall’autore: “Non si può lavorare per il solo re di Prussica” (che non esiste). Penso che possiamo essere tutti d’accordo. Forse noi non agiamo come gli uomini di quella signora verso chi ci serve e ci fa del bene, ma molto facilmente ci comportiamo così verso il più grande nostro benefattore che è Colui da cui proviene ogni bene (vita, salute, sole, acqua, aria, natura, intelligenza, volontà, amore, perdono, e tutto gratuitamente). Perché aspettare che questi beni ci vengano a mancare per capire quanto sono preziosi e meritano il nostro sincero grazie?! “Lui non è il re di Prussica!”.