Un padre era continuamente disturbato nel lavoro dal suo bambino.
Per salvarsi, prese da un vecchio atlante un foglio dove c’era il mondo con gli stati, le città; lo fece in piccoli pezzi che consegnò al figlio perché li rimettesse insieme.
«Ci metterà molto tempo», pensò.
Ma dopo un minuto ecco il piccolo col mondo messo insieme perfettamente.
«Come hai fatto, così in fretta?».
«Semplice, papà: sul rovescio era disegnato un uomo, ho messo in ordine prima quello e il mondo è andato a posto da sé!» (Pino Pellegrino).
Sapientissima la lezione che ci viene da questo aneddoto. È la lezione che anche la pandemia del coronavirus con tutte le sue varianti vuole dare agli uomini di oggi. Sembra dirci: “Volete ripartire con un mondo nuovo, senza virus con tutte le loro conseguenze? Facile. Basta fare come il bambino del racconto: ricostruire l’uomo”. Riparare tutte le sue lacerazioni, cioè riconciliare l’uomo con il prossimo, con il creato e con il Creatore. Non si farà mai un mondo nuovo se prima non si rifà un uomo nuovo. Non si può vivere sani in un mondo malato (Papa Francesco). Guarisci l’uomo e guarirà anche il mondo.