Fu chiesto un giorno ad un saggio orientale in qual modo si può distinguere il momento in cui finisce la notte e inizia il giorno: «Quando, rispose, guardando in volto un uomo qualunque, tu vedi che è tuo fratello, perché se non riesci a far questo, qualunque sia l’ora del giorno, è sempre notte» (Anonimo).
La vera sapienza umana, che venga dai saggi dell’oriente o dell’occidente, dagli imam mussulmani o dai rabbi ebrei, dai filosofi greci o dai poeti romani, si trova sempre in linea con la sapienza divina del vangelo. Tutte due queste sapienze, umana e divina, concordano nell’affermare che la vera luce che illumina il giorno e dissipa la notte, nella vita dell’uomo e del mondo, è l’amore che rende capaci gli uomini di riconoscersi fratelli. Senza questo rapporto di fraternità gli uomini resteranno sempre nella notte, non degli occhi, ma del cuore e della mente e dell’anima. Gesù ha detto: “Io sono la luce del mondo, che segue me non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Per cui noi cristiani cantiamo: “Resta con noi Signore, non ci lasciar. Mai più la notte scenderà”. Questo messaggio di luce-amore lo ha espresso splendidamente papa Francesco nel suo ultimo documento magisteriale: “Fratelli tutti”. Documento che, se accolto, potrebbe essere il vero vaccino per far uscire il mondo dalla notte della pandemia attuale.