Immenso si estende e lontano… lontano fin là dove l’acqua cielo diventa. Prodiga azzurro il mare, canta nenie il mare, regala profumo il mare. È forte, è misterioso, è infinito. Signore, dammi la libertà del gabbiano, dammi il silenzio della conchiglia che la perla prepara. Così quando verrà la sera, tirati i remi in barca, potrò quietarmi al tuo eterno porto. Amen (Anonimo).
Leggendo questa preghiera mi è venuto in mente un aneddoto riferito al grande scienziato inglese, matematico, filosofo, astronomo Newton che, un giorno, passeggiando sulla spiaggia del mare, ad un certo tratto, si fermò e fece un grande riverente inchino. “Maestro che fate?”. chiese qualcuno. “Saluto l’immensità di Dio”, rispose. Un vero atto di adorazione. E mi ricordo di l’esclamazione stupefatta di un turista romano trovatosi improvvisamente di fronte al monte Pelmo indorato dal sole di una limpida alba dolomitica: “Esagerato! Qui il Creatore ha esagerato”. Certe albe e certi tramonti sul mare e sui monti ti strappano veramente un… “Oooh!” di meraviglia, che è come un atto di adorazione.