
Il Cammino con i lavoratori è una proposta delle ACLI e delle Parrocchie longaronesi, giunta alla sua quattordicesima edizione, che ricorda e celebra la festa del lavoro e dei lavoratori con una formula originale di testimonianza, ricordo, riflessione e preghiera, tutta in cammino. Quest’anno giubilare particolarmente significativa l’iniziativa in quanto il tema scelto da Papa Francesco “Pellegrini di Speranza” ci sollecita a muoverci con rinnovato impegno. Partiti dalla Chiesa di Longarone dopo la preghiera iniziale ed il ricordo dei morti sul lavoro, dei migranti morti mare e di tutti i morti spesso sconosciuti e dimenticati a causa di quella che Papa Francesco ha definito “la terza guerra mondiale a pezzi” abbiamo fatto un percorso che da Longarone ci ha portato a Rizzapol, passando per Igne e Soffranco. Un cammino che ha toccato le nostre parrocchie e i nostri borghi ed è stato occasione per ricordare il lavoro dei nostri vecchi, la cura e attenzione per l’ambiente, la bellezza delle nostre valli, la solidarietà tra le persone, la devozione semplice e viva che si respira nelle nostre Chiese. Ci siamo fermati a Igne per sosta caffè e a Soffranco per un momento di riflessione nella Chiesa di San Pellegrino e per una sosta di ristoro al centro sociale. Un grazie di cuore a Claudia e Giuliano che ci hanno messo a disposizione la loro casera, agli amici di Soffranco Viviana e Piergiacomo, a Sara e alle sue amiche che hanno raccolto e dipinto dei bellissimi sassi offerti a tutti i pellegrini. Un grazie particolare ai bravissimi cuochi e a Nicola, il più giovane del gruppo, sempre disponibile ad ogni servizio.
Sintesi delle restituzioni delle riflessioni dei partecipanti.
Abbiamo trascorso una giornata di cammino, preghiera, dialogo e ascolto, con la gioia di tante piccole condivisioni e doni, occasione anche di essere dono. Una giornata trascorsa con vecchi amici e persone incontrate per la prima volta, in un clima di amicizia e fratellanza che rimane nel cuore. Ci ha aiutato la riflessione di don Augusto che ha messo in luce il valore del lavoro “dignità dell’uomo” (Matteo 20) e la bontà del Signore che trascende le leggi dell’economia e del mercato e mette il bisogno prima dei meriti. La paga inaspettata data all’operaio assunto per l’ultima ora nella vigna e di contro il vantaggio di chi ha lavorato per tutto il giorno con la stessa retribuzione, ma con la fortuna di aver dato di più alla vite e alla terra, di aver reso più bella la vigna del mondo. Ci ha fatto capire che non dobbiamo essere dispiaciuti della bontà del Signore, ma grati perché Lui non si stanca mai di venirci a cercare anche quando si è fatto ormai tardi. Una persona ha scritto: “Mi sono sentita operaio accolto nella vigna del Signore accanto ad altri operai meravigliosi”. Con questa riflessione ci siamo portati a casa la gioia di sentirsi accolti, la gratuità del dono, la condivisione della fatica, della preghiera e del cibo e ci siamo sentiti “pellegrini di speranza”.
