Diocesi di Belluno – Feltre

Memoria storica: un’ottima cura all’ottimismo

Così scriveva 900 anni fa, nel 1095 per l’esattezza, Pietro l’Eremita, il famoso predicatore della prima crociata:

Il mondo sta attraversando un periodo tormentato. La gioventù d’oggi non pensa più a niente, pensa solo a se stessa, non ha rispetto per i genitori e per i vecchi; i giovani sono intolleranti di ogni freno, parlano come se sapessero tutto. Quello che noi credevamo sapiente loro lo credono stupido. Le ragazze, poi, sono vuote e sciocche, immodeste e senza dignità nel parlare, nel vestire, nel vivere.

Questo, 900 anni fa. Andiamo più indietro. 2400 anni fa, nel quinto secolo avanti Cristo, un grande filosofo greco, Socrate, si lamentava:

I nostri giovani amano il lusso, sono stati educati male, ridono dell’autorità, non si alzano in piedi davanti ad un anziano…

Questo, 2400 anni fa. Andiamo più indietro ancora. 4000 anni fa su un coccio babilonese, datato appunto 2000 avanti Cristo, qualcuno ha scritto:

Questi giovani sono marci nel cuore: sono malvagi e pigri, non riusciranno a portare avanti la cultura….

E intanto siamo giunti fino a noi! Quando mai non è esistita un’epoca che non sia la peggiore? La cosa è vecchia. Vecchissima. Tutto questo per dire cosa? Che in tutti questi anni non è cambiato niente? No, secondo me è cambiato tutto invece, ma nonostante sia cambiato il mondo, il pensiero verso le nuove generazioni è sempre stato di timore, di superiorità, di diffidenza. Se ci guardiamo indietro e vediamo quello che pensavano dei giovani, vediamo solo timore che i giovani possano distruggere il mondo, o cambiarlo prendendo solo strade sbagliate.
Invece non è cosi, l’evoluzione, il progresso, le idee che hanno portato a dove siamo oggi sono idee di giovani che hanno creduto in loro stessi e sono riuscite a realizzarle. Non aver paura del futuro, solo educhiamo i giovani ad impegnarsi nel migliorare se stessi per creare un mondo migliore.