Diocesi di Belluno – Feltre

L’amore di Dio non è esclusivista

Bisognerebbe che Dio non fosse solo amato, ma niente fosse amato più di Lui. Però il  Signore non è esclusivista, non fa questo patto: me solo! No, non pretende, non vuole questo. “Devi amare me e anche la macchina, anche un buon bicchiere  di vino; però di tutte queste cose neanche una dev’essere amata più di me, o contro di me, o come me”. S. Francesco di Sales spiega come la vede lui la cosa. C’era un bravo giovanotto, Giacobbe, giovanetto e santo. Poiché era santo, voleva tanto bene al Signore; ma poiché era giovanetto,  è successo che un giorno ha incontrato una ragazza, Rachele, e se n’è innamorato. Cosa è successo? Il Signore ha allargato il suo cuore, quello di Giacobbe intendo. Non è che il Signore abbia detto: Ah, figliolo, adesso prendi dentro quella lì, allora parto io” No, ma ha detto così: “Ti sei innamorato, e va bene, è la tua ora e ben venga anche Rachele; vorrà dire che le farò un po’ di posto, ma non nel centro. Si metta destra, ci stiamo tutti e due, perché il tuo cuore adesso si allargato”. L’amore di Dio deve essere prevalente, non esclusivo (Albino Luciani).

Poteva, il nostro papa bellunese, spiegare meglio di così, con un esempio così concreto e simpatico, il concetto della non esclusività dell’amore di Dio in noi? Anzi non solo ha fatto capire il concetto, ma ha aggiunto un concetto ancor più grande e più bello, e cioè che l’amore di Dio allarga il cuore e lo rende capace di amare di più e meglio anche il prossimo. Lo rende innamorato di tutti, specialmente i più bisognosi. L’amore di Dio consacra l’amore sponsale e allarga verso tutti l’amore per il prossimo.