Diocesi di Belluno – Feltre

La filosofia del “cosismo”

Oggi l’uomo è ingolfato dalle cose. Cose, cose, sempre più cose. Il guaio è che le cose non sono innocue: creano mentalità, creano addirittura una “filosofia” che, per intenderci chiameremo “cosismo”. Ebbene, il “cosismo” è un colosso che dovrebbe far riflettere. Le cose finiscono con l’avere più importanza delle persone. Ieri si diceva: “la mia maestra”, oggi si dice: “la mia auto”. A forza di “avere” sempre di più, si rischia di non” essere” più. Ieri erano le necessità a far nascere le cose, oggi sono le cose a far sorgere le necessità. Le cose minacciano di oscurare il senso stesso della nostra identità personale: chi compera un’automobile più raffinata può illudersi di essere lui pure più raffinato (Pino Pellegrino).

Viviamo nell’epoca del “consumismo”, dell’usa e getta, della prassi predatoria verso le risorse della terra, dell’emergenza rifiuti, del “prodotto firmato”, e chi più ne ha più ne metta. Questo stile di vita sprecone e ingordo è non solo altera l’equilibrio della natura, ma aumenta sempre più le “disuguaglianze sociali” tra chi può avere sempre più, anche oltre il superfluo e chi non può avere neppure il necessario. Tutta questa “filosofia del cosismo” falsa anche l’ordine dei valori umani, mettendo al primo posto le cose invece che le persone, il “bene-avere” invece che il “bene-essere”, lo sfruttamento della terra invece che il rispetto della “casa comune”. Da qui, a lungo andare, anche il moltiplicarsi dei virus e delle pandemia. Gesù ci ha insegnato a chiedere il pane quotidiano, cioè il necessario per ogni giorno, non l’accumulo per tutta la vita.