Diocesi di Belluno – Feltre

Grazie, scusa, per favore

“Grazie”, “scusa”, “per favore”… sono parole da non perdere! Quando si smette di dire certe parole, si smette anche di pensarle (Papa Francesco).
Il denaro fa l’uomo ricco, la buona educazione lo fa signore (Totò).
Non c’è solo l’inquinamento alla grande delle industrie; c’è soprattutto l’inquinamento spicciolo della maleducazione e dell’inciviltà individuale (Bruno Ferrero).

Le tre parole del galateo più normale sembrano, in certi ambienti e per certe persone, diventate una razza in via di estinzione. Ad esempio nei rapporti tra cittadini e istituzioni (Stato-scuola-Chiesa-sanità-lavoro…) tutto sembra dovuto e quindi non meritare queste parole. Il galateo qui non centra più. Il diritto ad avere queste cose sembra escludere il dovere di dire queste parole. A forza di non dirle si è finito anche di non pensarle. Quale perdita!!! Totò era un comico, ma quando disse la frase suddetta era un saggio. In certe trasmissioni televisive, nei discorsi dei politici, negli spettacoli teatrali, nel linguaggio anche familiare sembra entrata una consuetudine di linguaggio che in tempi passati si assegnava alle caserme. Quanta nostalgia di stile, di eleganza, di buona educazione, di signorilità! Le parolacce non fanno grandi: fanno meschini, trogloditi.