Diocesi di Belluno – Feltre

Eterno riposo o eterno gaudio?

Personalmente non mi è mai piaciuta la nota preghiera che siamo soliti dire per i nostri defunti: L’eterno riposo dona loro Signore… Non mi è mai piaciuta perché quell’eterno riposo può far pensare al paradiso come ad un sonno eterno. Invece la vita eterna è vita, appunto; vita al massimo grado; vita che dona sempre più vita a quei vivi che sono quelli che noi chiamiamo morti. Diceva il poeta libanese Khalil Gibran: «Quando la terra esigerà il vostro corpo, allora danzerete realmente!». Altro che sonno eterno. Se dall’al di là nessuno è mai tornato indietro, vuol dire che non si sta poi così male, conclude spiritosamente Roberto Gervaso. Insomma nessun sonnifero in paradiso, ma sempre mattino profumato (Pino Pellegrino).

Molto meglio sarebbe dire: “L’eterno gaudio dona loro, Signore”, perché il “paradiso” è il godimento totale e  senza fine di Dio che è pienezza di vita, di felicità, di amore, di gloria, di verità e di bellezza. Chi lo raggiunge gode in pienezza tutte queste proprietà di Dio. Saremo veramente come il “menzognero”, mentendo, aveva promesso ad Eva se avesse disubbidito a Dio: “Sarete come Dio”. “Dio si è fatto mortale come noi  per farci immortali come Lui”. “Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è” (Gv 3,2).

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