Alcuni giornalisti americani domandarono a Freud, il fondatore della psicanalisi, quale fosse l’ideale della sanità mentale. Si aspettavano chissà quale discorso sull’appagamento sessuale, ma Freud sorprese tutti con due parole: “Amare e lavorare” (Pino Pellegrino).
In queste due parole Freud espresse non solo l’essenza più profonda della vera psicanalisi (la scienza della sanità mentale), ma anche la sua grande statura di scienziato. Infatti l’amare è il più nobile e più divino dei sentimenti del cuore umano che ti fa uscire dal piccolo guscio del tuo io (prigionieri di te stesso) e ti apre al mondo umano, alla realtà cosmica e all’immensità di Dio e quindi ti riempie la vita e l’anima più di ogni altra cosa. Lavorare è l’attività umana che ti realizza nelle tue attitudini e capacità personali, che ti rende utile per quello che produci e che ti dà la dignità di chi non si sente dipendente dagli altri e la soddisfazione di offrire un suo servizio al prossimo. In queste due attività sta la vera sanità mentale.