Andavi al pozzo e salutavi la gente; la gente diceva: “Buon giorno” e tu rispondevi: “Buon giorno”. Andavi al forno e tu cuocevi il pane; diceva il fornaio: “Buon pranzo” e tu rispondevi: “Buon pranzo”. Andavi a letto e ti accostavi al tuo sposo. Giuseppe diceva: “Buona notte” e tu rispondevi : “Buona notte”. Andavi al tempio e pregavi il tuo Dio; diceva il rabbino: “Verrà” e tu pensavi: “È venuto!”. Attraversavi il borgo e le donne chiedevano: “Quando?” e tu indicavi il mese. E camminavi verso Bethlem; Giuseppe diceva: “Stai bene?” e tu rispondevi: “Sto bene”; però procedevi con fatica, perché quel mese era arrivato e il bambino, d’ora in ora, poteva chiedere la sua parte di sole o di luna. C’era soltanto una capanna; Giuseppe ti chiese: “Va bene?” e tu rispondevi: “Va bene”; e il bambino chiese la luna e anche la stella cometa. In cielo c’era ancora Gabriele come quella mattina, e in terra un accorrere di greggi e un trapestare nella notte. I pastori chiedevano: “È Lui?” e tu rispondevi: “È lui” (Adriana Zarri).
Ecco la vita quotidiana di Maria. Non una dea, non una star, non una matrona, ma una semplicissima ragazza di borgo che svolgeva le normali faccende domestiche, con normali rapporti paesani. Il mistero più grande della storia, l’Emmanuele (Dio con noi) fatto presente non nel tempio, ma nel grembo di una vergine e nato non in una reggia, ma in una grotta di pastori. Questo è lo stile di Dio: «Dio ha scelto ciò che nel mondo è stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole per confondere i forti» (1Cor, 1,27).