Signore, aiutami a dire la verità davanti ai forti e a non mentire per avere l’applauso dei deboli. Se mi dai fortuna, non togliermi la ragione. Se non ho fortuna, dammi la forza per trionfare sul fallimento. Se mi dai successo, non togliermi l’umiltà. Se mi dai l’umiltà, non togliermi la dignità. Se sarò in difetto con la gente, dammi il coraggio di chiedere scusa e se la gente mancherà con me dammi il coraggio di perdonare. Signore, se mi dimentico di te, non ti dimenticare di me.
Stupenda preghiera di Gandhi, induista di nascita, ma più cristiano di tanti cristiani solo di nome. Gandhi, la “grande anima=mahatma” che liberò l’India dalla dominazione dell’Impero britannico con l’unica arma della non violenza. Assassinato il 30 gennaio 1948. Una preghiera che è stata certamente ispirata dallo Spirito Santo, di cui era pieno. Infatti, una preghiera così non è frutto di sapienza umana, ma di una sapienza superiore, divina. Sembra attinta letteralmente dal vangelo di Gesù che ha insegnato la verità senza debolezza, la fortezza per vincere ogni fallimento, l’umiltà anche nel successo, la capacità di chiedere perdono per sé e di perdonare gli altri, di credere nell’aiuto di Dio anche nella nostra dimenticanza di Lui. Lo Spirito Santo non è esclusivo dei cristiani, ma agisce in ogni anima pulita.