Diocesi di Belluno – Feltre

Dio guardiano del cammello?

Un discepolo arrivò a dorso di un cammello alla tenda del suo maestro sufi. Smontò ed entrò nella tenda, fece un profondo inchino e disse: «È così grande la mia fiducia in Dio che ho lasciato fuori il mio cammello senza legarlo, poiché sono convinto che difende gli interessi di coloro che lo amano». «Vai subito a legare il cammello, sciocco!». Gridò il maestro. «Dio non ha tempo da perdere facendo per te quello che tu sei perfettamente in grado di fare da solo!» (Anthony de Mello).

La fiducia in Dio va benissimo, ma non fino al punto da sostituirsi alla nostra pigrizia. In questo caso vale il proverbio russo che dice: “Dio ci dà le noci, ma non ce le sbuccia”. Non vuole che pretendiamo che faccia Lui quello che invece possiamo fare noi. Questo vale per la “custodia del cammello”, ma vale anche per tutto il resto. Per esempio: non possiamo chiedere a Dio che tolga la fame dal mondo quando lo possiamo e lo dovemmo fare noi. Il pane quotidiano Lui lo assicura a tutti dando in abbondanza la fecondità della terra, ma vuole che siamo noi a coltivarla per produrre il nutrimento necessario; e, soprattutto, vuole che noi lo sappiamo distribuire equamente a tutti, senza accumularlo da parte di pochi e farlo mancare per molti. Così è per la guerra, l’ingiustizia, la criminalità, la pandemia, il cambiamento climatico, ecc.. Inutile chiedere a Dio che faccia cessare queste cose, mentre gli uomini fanno di tutto per crearle e prolungarle. Lui ci ha dato tutte le regole per evitare questi mali. Tocca noi metterle in pratica.