Signore,
grazie per il papa che ci hai donato, grazie per come ce lo hai dato. Signore aiutaci a comprendere che la salvezza si realizza nella Chiesa, la tua Chiesa, che siamo chiamati a costruire, ad amare, ad essere. Per questo non permetterci di lapidarla, ma rendici consapevoli del bisogno che tutti abbiamo della tua misericordia, del tuo perdono. La Chiesa non ci appartiene, e noi non le apparteniamo, perché ci dimentichiamo di te, perché non siamo misericordiosi, infatti è tua, e tu sei misericordia.
Raccontati!
In altri tempi la comunicazione era molto meno invadente di oggi e le persone faticavano di più a esprimere quanto portavano dentro. A dire il vero però, esistevano dei riferimenti comuni, forti, che permettevano l’esperienza di comunione e di appartenenza, anche senza il bisogno di tante parole. C’era poi la Confessione, che era, non soltanto un riferimento forte a Dio, che ci salvava, ma anche un incontro con una persona significativa di cui ci si fidava: il sacerdote. Oggi, bombardati da mille luoghi comuni, da miriadi di provocazioni, corriamo il rischio di chiuderci in un’esperienza di solitudine, di incomunicabilità. Per questo dobbiamo cercarci le occasioni per “raccontarci”, per raccontare la nostra vita. Il raccontarsi ci pone come davanti ad uno specchio. Ci permette di guardarci, di conoscerci, e se la persona è affidabile, di sentirci accolti, rassicurati. È spezzare una solitudine esistenziale che ci perde e ci disperde. Non ci sono “segreti” che non si possono “condividere!”
Un Sogno
Sogno una Chiesa di uomini, una Chiesa di fratelli, una Chiesa di credenti. Sogno una Chiesa in preghiera, una Chiesa in silenzio, una Chiesa in cammino, una Chiesa in contemplazione. Non sogno una Chiesa povera, ma una chiesa di poveri. Sogno la Chiesa di Gesù, la Chiesa dello Spirito. Non sogno una Chiesa in pace, ma una Chiesa nella luce, nella verità, nella carità, nell’umiltà. Non sogno una Chiesa di santi, ma una Chiesa di peccatori che chiedono perdono.
don Gabriele
(Anno 2013 dalle parrocchie di Longarone, Igne ed Ospitale di Cadore)
